L’aneddoto mi è stato inviato da un amico Pastore Evangelico, ma è come se me l’avesse inviato Don Montagnoli.
Ve lo giro come pensiero del venerdì.
E’ “successo tempo fa a un mio confratello. Aveva raccontato ai suoi ragazzi la parabola del figlio prodigo, poi aveva chiesto che gliene scrivessero il riassunto. Uno di loro scrisse così: Un uomo aveva due figli, quello più giovane però non ci stava tanto volentieri a casa, e un giorno se ne andò via lontano, portando con sé tutti i soldi. Ma a un certo punto questi soldi finirono e allora il ragazzo decise di tornare a casa perché non aveva neanche da mangiare. Quando stava per arrivare, suo padre lo vide e tutto contento prese il bastone e gli corse incontro. Per strada incontrò l’altro figlio, quello buono, che gli chiese dove stava andando così di corsa e con quello arnese: ‘È tornato quel disgraziato di tuo fratello; dopo quel che a fatto si merita un bel po’ di botte!’. ‘Vu oi che t’aiuti anch’io, papà?’. ‘Certo!’ risponde il padre. E così, in due, lo riempirono di bastonate. Alla fine il padre chiamò il servo e gli disse d’uccidere il vitello più grasso e di fare una grande festa,perché s’era finalmente cavato la voglia di punire quel figlio che gliel’aveva combinata proprio grossa!.
Mente fantasiosa o ragazzino distratto? No, il mio confratello mi ha assicurato che era attentissimo. È un classico caso di rigetto intellettuale o di distorsione percettiva: la sua mente non poteva accettare l’epilogo proposto dal Vangelo: è una cosa assurda quel padre che perdona, non è credibile il figlio che si pente, ha ragione l’altro fratello a lamentarsi. E così, probabilmente senza avvedersene, aveva aggiustato la finale dandole un esito più ‘normale’ e conforme ai criteri di giustizia d’una società che sta smarrendo il senso del perdono, che non crede a chi si pente, che ha sostituito la gratuità con la rivendicazione.
Buon fine settimana.
Nazza.