«Eri una luce che scacciava il buio, una stella capace di illuminare il nostro percorso. Se tanti adulti di assomigliassero, quanti astri brillerebbero nel cielo». Il saluto pronunciato dai studenti, i «suoi» ragazzi, risuona in una basilica di sant’Agostino gremita come accade solo nella grandi occasioni. E all’ultimo saluto a don Angelo Tengattini, morto lunedì 12 gennaio pomeriggio a soli 59 anni per un tumore che non gli ha dato scampo, hanno voluto esserci davvero in tanti, che lo hanno potuto apprezzare come direttore dell’Istituto Salesiano Sant’Ambrogio e presidente regionale della Fidae. Gratitudine, commozione e consapevolezza di aver perso un «grande educatore». Una perdita, a iniziare dalla sua congregazione, i Salesiani, presenti con il consigliere generale per la formazione don Francesco Cereda (che ha presieduto il rito funebre concelebrato da oltre un centinaio di sacerdoti), il regionale per l’Italia e il Medio Oriente don Pier Fausto Frisoli e il superiore provinciale per l’Emilia e la Lombardia don Agostino Sosio. Anche la Diocesi di Milano era presente con il moderator curiae, monsignor Gianni Zappa e il responsabile dell’ufficio scuola, don Michele Di Tolve. Presenti, tra gli altri, l’assessore comunale all’Educazione Mariolina Moioli, che ne sottolinea l’impegno in campo educativo e nel territorio, e padre Francesco Ielpo, presidente regionale della Fidae, che lo ha ringraziato per l’impegno profuso sino all’ultimo per la scuola cattolica nazionale, presente con tutte le sue associazioni.

di Enrico Lenzi

don angelo tengattini

Don Angelo Tengattini